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pubblicato il 21/09/2022 16:41:36 nella sezione "Le cantine"
Una femminilità da tutelare
Cielo e Terra tra gli sponsor del Calendario “Curvy Women 2023” a testimoniare l’attenzione nel sociale e l’adesione ai valori che rendono la cantina vicentina certificata B Corp® un’azienda impegnata nel promuovere il rispetto verso le persone e il pianeta

“Più un acino d’uva è curvy e più è bello, ma non solo quello” – commenta scherzosamente Paola Cielo, Responsabile comunicazione e pubbliche relazioni della nota cantina Cielo e Terra di Vicenza, sponsor del Calendario “Curvy Women 2023”. Un sostegno a questa prima edizione dell’opera, quello offerto dalla nota cantina che testimonia la piena adesione ai valori dell’iniziativa promossa dall’Associazione Boteriane in the World per rendere plateale la bellezza delle donne “floride”, sottolineando come “l’imperfezione diviene strumento di fascino”.
Cielo e Terra da anni sta infatti promuovendo interventi che spaziano dalle persone all’ambiente, dall’utilizzo di tappi certificati FSC ai progetti sociali come AMREF e Wine2Water per sensibilizzare e facilitare l’accesso all’acqua per le donne in Africa. L’azienda vicentina nata nel 1908 e che oggi è composta dall’unione della famiglia Cielo e dei viticoltori delle Cantine dei Colli Berici si distingue per essere un’azienda leader nella produzione e commercializzazione del vino nel rispetto dei principi etici e di sostenibilità integrata, così come emerge dalla Relazione sulla Gestione Integrata 2021.
“Siamo una realtà certificata B Corp®, la più grande azienda vitivinicola certificata in Europa, nonché una delle più grandi a livello globale. Oltre alla riduzione dell’impatto ambientale che ci ha permesso di conseguire la certificazione VIVA Sustainable, siamo molto sensibili alle persone. In azienda circa un terzo dei dipendenti è donna e le tematiche legate al mondo femminile ci vedono molto attenti non solo in progetti internazionali, ma anche nella nostra quotidianità lavorativa. Ecco perché abbiamo sposato subito questa iniziativa” – spiega Paola Cielo.
“Il tema della discriminazione e del body shaming è molto attuale, come, dimostrano i recenti articoli usciti sulle riviste e sui quotidiani nazionali, coinvolge un vasto pubblico anche di adolescenti, più fragile e che vivono con sofferenza quelle che erroneamente sono considerate imperfezioni e che spesso portano a stati di malessere, depressione, isolamento, fino a gesti estremi dai risvolti drammatici”. Chiosa la Responsabile comunicazione e relazioni pubbliche di Cielo e Terra.
“Un’azienda socialmente responsabile” – conclude Paola Cielo – “Deve contribuire a sensibilizzare la propria filiera su tematiche quanto mai attuali, perché un’impresa non è solo un luogo produttivo, ma anche una realtà fatta di persone e che con esse deve condividere vision e mission in un contesto lavorativo, ma prima ancora, umano”.

Cielo e Terra nasce nel 1908, nelle campagne di Vicenza, vicino ai Castelli di Romeo e Giulietta, dove il bisnonno aveva acquistato un piccolo podere con vigneto, Casa Defrà. Il nonno Pietro ha proseguito la guida dell’azienda con grande passione impegno sociale. Oggi alla guida ci sono Luca e Pierpaolo Cielo, assieme ai soci delle Cantine dei Colli Berici unitisi all’azienda della famiglia Cielo nel 1999. Attualmente conta 3000 ettari di vigneto tra Vincenza e Verona ed è conosciuta in tutto il mondo con i marchi Cielo, Casa Defrà e Bericanto. Il gruppo che nel 2021 ha sfiorato i 60 milioni si caratterizza per un approccio socialmente responsabile, orientato alla trasparenza e alla so-stenibilità. Dopo aver ottenuto la certificazione B Corp, l’azienda ha aderito anche VIVA Sustainable, con l’obiettivo di ottimizzare l’impatto ambientale della filiera vite – vino. Prima realtà vinicola italiana a introdurre in azienda il modello della Lean Organization, Cielo e Terra integra numerosi progetti con un piano di economia circolare, affermandosi co-me realtà in grado di fronteggiare le sfide dei mercati mondiali ed attestare la sua presenza in oltre 60 Paesi.

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pubblicato il 23/06/2017 09:45:41 nella sezione "Le cantine"
"La Cantina Sordo Giovanni di Castiglione Falletto è partner del COLLISIONI PROGETTO VINO 2017


Come ben noto, ormai da quattro anni, Collisioni ha integrato la sua proposta artistica, letteraria e musicale con un progetto dedicato alla cultura enogastronomica italiana: il Progetto Vino di Collisioni, un incoming di esperti a Barolo nei giorni del Festival per una serie di degustazioni, visite in cantina, tour, walk-around tasting, pranzi e cene con produttori e consorzi per far vivere agli ospiti internazionali il territorio e i vini piemontesi e italiani. Il progetto vino di Collisioni, diretto e ideato dallo scrittore ed esperto di vino Ian D’agata, anche quest’anno ha l’obiettivo di dar voce alla regionalità e alla ricchezza di quello straordinario tesoro che è il patrimonio vinicolo italiano.

Durante il periodo del Festival la Cantina Sordo organizzerà uno specifico evento per l’occasione:

#BEVISORDO A COLLISIONI

Giovedì 13 luglio 2017, dalle ore 17.00 #BEVISORDO A COLLISIONI sarà un evento dedicato ai

“FANTASTICI 8 CRUS DI BAROLO 2013” un’esclusività dell’azienda agricola guidata da Giorgio Sordo.

Il programma prevede la visita guidata alla parte storica della cantina, fondata nel 1912, per poi arrivare alla nuova cantina, un progetto architettonico terminato nel 2016; qui si terrà la degustazione degli 8 Crus di Barolo Sordo a cui parteciperanno esperti, opinion leader, sommelier, influencer e giornalisti da tutto il mondo.

La degustazione sarà commentata dall’intervento straordinario di IAN D’AGATA, Direttore Scientifico di Vinitaly e del Progetto Vino del Festival Collisioni.

In tale occasione sarà presentato in anteprima il nuovo libro scritto dallo stesso Ian D’Agata, Michele Longo Vicedirettore Iandagata.com e Member of wineducationalboard.com (W.E.B) e Lingzi He dal titolo “Barolo and Barbaresco: A land of magical terroirs and crus”.

Seguirà una cena in cantina con prodotti tipici del territorio a cura dello chef Danilo Lorusso del Ristorante La Crota di Roddi (CN)

www.ristorantelacrotalanghe.it

La Cantina Sordo sarà inoltre presente durante tutta la manifestazione Collisioni Agrirock dal 14 al 18 luglio con il Barolo Sordo all’interno del palco “Wine & Food” e nei prestigiosi private tasting dislocati a Barolo durante il Festival.

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pubblicato il 03/03/2017 12:16:38 nella sezione "Le cantine"
Si è tenuta nella suggestiva Cantina dell’Azienda Agricola Sordo a castiglione Falletto la presentazione in anteprima degli 8 Crus di Barolo SORDO dell'annata 2013: Il Gabutti della zona di Serralunga d'Alba, il Perno nella zona di Monforte d'Alba, il Ravera nella zona di Novello, il Monvigliero nella zona di Verduno, e i Crus nella zona di Castiglione Falletto Parussi, Rocche di Castiglione e i 2 nuovi Crus Villero e Monprivato magistralmente presentati dall’Enologo dell’Azienda Ernesto Minasso e dal Proffessor Marco Rissone.

Durante la degustazione degli 8 Crus sono intervenuti il Sindaco di Castiglione Falletto Paolo Borgogno, il Presidente della Provincia di Cuneo Federico Borgna, Roberto Abellogno Direttore Confagricoltura di Cuneo, Andrea Ferrero Direttore di Tutela del Consorzio del Barolo e Barbaresco, Daniele Manzone Direttore del Consorzio I Vini del Piemonte e i rappresentanti delle principali associazioni Sommelier come Fabio Gallo Presidente AIS Piemonte e Vito Intini Presidente Nazionale ONAV.

Tra i partecipanti nomi illustri come il sommelier i capiredattori e rappresentanti delle principali Guide come Antonio Paolini della Guida Espresso , Vittorio Manganelli del Gambero Rosso, Mario Busso di Vini Buoni d'Italia, oltre ai principali magazine del settore enogastronomico.

Tra gli ospiti Mario Robaldo di Collisioni,il fotografo Bruno Morialdo, il Direttore della La Stampa Claudio Rolandone, La Gazzetta d'Alba, Giancarlo Montaldo di Barolo& Co, Paolo Massobrio il Golosario e TV con la partecipazione Stefano Marroni del TG2 Rai.

Dopo la degustazione degli 8 Crus si è tenuta una cena a base di carne offerta da Gavazza Flli.di Chivasso, salumi di Carni DOCK srl e Formaggi di Capra e Cavoli di Capriglio (AT) accompagnata da Crus Sordo fino al 1990.

(Foto di Bruno Murialdo)


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pubblicato il 21/11/2016 10:36:55 nella sezione "Le cantine"
L’evento festeggiato con la pubblicazione di “Agricoltura e cooperazione sul Garda Bresciano (1841-2016)”

È stata ufficializzata sabato 12 novembre la nascita di “Cantine La Pergola”, il nuovo brand aziendale di Civielle (acronimo di Cantine della Valtènesi e della Lugana), storica cooperativa gardesana fondata nel 1979. La nuova denominazione, già presente sul mercato con relativo restyling di marchio e packaging, punta a distinguere la vocazionalità produttiva della cooperativa dagli altri rami aziendali di attività (fornitura di servizi a supporto di aziende agricole e cantine del comprensorio).

Cantine La Pergola è oggi l’unica cooperativa della riviera bresciana del lago di Garda attiva nel comparto vitivinicolo. È formata da 45 soci -30 dei quali sono viticoltori- e 3 cooperative agricole: gli ettari coltivati sono circa 80, condotti in regime di agricoltura biologica, con una produzione media annua di 300 mila bottiglie tra Lugana Doc (un terzo del totale), Valtènesi Chiaretto e Groppello della Riviera del Garda Classico. Circa la metà approdano attualmente sul mercato certificate bio. L’obiettivo è quello di raggiungere in breve tempo il 100% di produzione certificata commercializzata. L’export vale attualmente il 30% del giro d’affari complessivo, con ramificazioni non solo in Europa ma in tutti e 5 i Continenti (Corea, Giappone, Nuova Zelanda, Australia, Cina, Etiopia, Brasile, Canada…).

Il nuovo brand è moderno, giovane e accattivante: i disegni del sole e della luna che per anni hanno contraddistinto le etichette bio di Civielle, si sono convertiti in eleganti e raffinate grafiche di Cantine La Pergola. I nomi, invece, sono rimasti gli stessi, musicali ed evocativi: Biocòra, Selene, Eos, Elianto, Zublì, Brol, Trepiò e Carpio.

“Con il lancio di “Cantine La Pergola”, la cooperativa intende evidenziare l’alta qualità dei propri vini, ottenuti dai vigneti coltivati direttamente: una attività centrale, a cui da sempre si affianca quella di supporto e servizio a decine di cantine e imprese agricole, che tutte assieme formano una rete di imprese ante litteram – spiega il presidente Sante Bonomo -. Inoltre, con la scelta di questo nome, la cooperativa si riappropria del toponimo di appartenenza, rafforzando il legame con il territorio: la località di Moniga, chiamata “La Pergola”, rappresenta infatti da sempre uno snodo fondamentale del comparto vitivinicolo dell’intera Valtènesi, ed è da ormai quasi quarant’anni la sede dell’attività produttiva della cooperativa”.

Per sottolineare questo forte radicamento territoriale, la cooperativa ha voluto accompagnare il lancio del marchio “Cantine La Pergola” con la pubblicazione del volume “Agricoltura e cooperazione sul Garda Bresciano (1841- 2016)”, scritto dal giornalista e ricercatore gardesano Pier Giuseppe Pasini e presentato a Moniga nel corso dell’evento di lancio del brand.

Cantine La Pergola


Il libro “Agricoltura e cooperazione sul Garda Bresciano” in pdf, può essere sfogliato sul sito
www.cantinelapergola.it oppure richiesto a info@cantinelapergola.it


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pubblicato il 16/09/2016 11:45:02 nella sezione "Le cantine"
Provaglio di Iseo (Brescia) – Miglior metodo classico “Bio” italiano: questo il titolo che Legambiente ha attribuito al Rosè 2012 della Barone Pizzini di Provaglio d’Iseo, confermando nuovamente il percorso da pioniere che la cantina diretta da Silvano Brescianini ha intrapreso prima fra tutti in Franciacorta.
La XXVIesima edizione della "Rassegna-degustazione dei vini biologici e biodinamici d'Italia", che si è tenuta a Grosseto promossa da Legambiente in collaborazione con l'Università di Pisa, l'Enoteca Italiana e diverse riviste di settore, ha visto il Rosè 2012 con le sue note di sottobosco e i sentori di rosa, oltre che la densa trama intessuta in un buon vigore acido, conquistare la giuria presieduta dal professor Giuseppe Ferroni del Dipartimento di Scienze agrarie alimentari e agro-ambientali dell’Università di Pisa. Decisamente soddisfatto Silvano Brescianini: “I continui riconoscimenti ottenuti negli ultimi anni da vini e cantina dimostrano come il biologico non è il fine, ma il mezzo per raggiungere la qualità: ovvero in campagna viti sempre più “sane”, presupposto per poter avere uve e di conseguenza vini sempre migliori. Spinti dalla nostra filosofia aziendale di grande attenzione all'ambiente e al consumatore, siamo stati i primi a produrre Franciacorta da viticoltura biologica, utilizzando per la coltivazione e il nutrimento delle viti solamente sostanze naturali o che l'uomo può ottenere con processi semplici senza ricorrere a prodotti chimici, scelta che consente ai nostri vigneti di esprimersi al massimo del loro potenziale”.
Anche quest'anno, quindi, come nei tre anni precedenti, viene premiata la qualità dei vini Barone Pizzini, che hanno ottenuto la pole-position in uno dei concorsi “Bio” più autorevoli a livello nazionale e che si dimostra essere oltre che un'importante vetrina, anche un efficace veicolo divulgativo verso i consumatori più attenti della cultura biologica, grazie al costante impegno di Legambiente.
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pubblicato il 19/04/2016 16:10:32 nella sezione "Le cantine"
L’apertura di Marilisa Allegrini, Presidente dell’Azienda leader della Valpolicella, ha ribadito il perché della scelta di un progetto così prestigioso rivolto al vino La Grola, veronese IGT.

Si tratta di un terreno acquistato dal padre Giovanni Allegrini nel 1979 e rivelatosi poi un vero patrimonio per la Famiglia. E’ stata vincente la scommessa di investire in vigneti di collina ed il contributo dato dal capostipite proprio in quella che si può definire la rivoluzione culturale della Valpolicella, introducendo il concetto di cru con La Grola.

Per Maurizio Cecconi, Villaggio Globale International, si tratta di un’opportunità unica proprio perché non si sostanzia in un accordo commerciale e monetario, ma un’attestazione di fiducia, testimone del consolidato rapporto fra il Museo e la storica cantina.

Per l’occasione è giunto a Vinitaly Dimitri Ozerkov, Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo, che ha rappresentato la soddisfazione del Museo per la fortunata collaborazione.



L’ETICHETTA E GLI ARTISTI

Il fortunato progetto della Limited Edition di Allegrini nasce per omaggiare le caratteristiche de La Grola, prestigioso cru della produzione Allegrini e magica collina dalla quale, si narra, abbia avuto origine il vitigno autoctono della Valpolicella: la corvina.

Una galleria di etichette d’artista di assoluto prestigio che si è aperta con il millesimo 2010 dall’opera di Milo Manara, continuata nel 2011 con la creazione dell’originale opera del californiano Arthur Duff, fino all’interpretazione del 2012 con un dipinto di Athos Faccincani.

Per consolidare il rapporto che lega Allegrini al mondo dell’arte e, dopo le esperienze compiute con la Fondazione Solomon R. Guggenheim e con il Museo Statale Ermitage, il volo della Grola continua il suo percorso alla ricerca di un artista con cui dialogare in una dimensione libera che prescinde dal tempo. La Grola, alla scoperta dell’arte astratta, incontra quindi Kandinsky, in occasione del 150esimo anniversario dalla nascita dell’artista, con l’opera Composition VI.





“Quando l’Ermitage mi propose Composition VI di Kandinsky, l’emozione fu davvero grandissima. Mi si consentiva di associare il dipinto di uno dei più grandi artisti russi del novecento a La Grola, vino simbolo della Valpolicella, ma soprattutto testamento spirituale dell’attività di mio padre. Ciò mi rendeva felice, ma mi caricava anche di un’importante responsabilità. A differenza delle opere degli anni scorsi, create appositamente per La Grola e frutto di un continuo scambio di idee tra la mia famiglia e gli artisti scelti, qui sono emerse come illuminanti le parole di Kandinsky ed il parallelismo con il lavoro di mio padre. In entrambi i casi regna un groviglio di emozioni: la visione del futuro che si realizzerà, il timore di non finire l’impresa, la scossa interiore capace di trasformare in un solo attimo il disordine in bellezza. Composition VI e La Grola si nutrono della stessa luce.”

Marilisa Allegrini


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pubblicato il 19/02/2016 16:47:44 nella sezione "Le cantine"
Unica azienda vitivinicola protagonista del BTM - Business Tourism Management di Lecce

Wine&Art Tour, degustazioni a tema, la Cena dal Vignaiolo ©, sono alcune delle offerte che il gruppo Claudio Quarta Vignaiolo proporrà alla seconda edizione del BTM, Business tourism management, che si svolgerà nel Convento dei Teatini di Lecce, sabato 20 e domenica 21 febbraio, dove sono attesi 80 buyer stranieri e 2000 visitatori.

Claudio Quarta è l'unico produttore di vino presente alla manifestazione, selezionato per rappresentare l'artigianato alimentare del territorio: durante la due giorni del BTM, infatti, i vini saranno serviti agli operatori e al pubblico in occasione delle degustazioni tematiche e degli show cooking.


Con un’area dedicata all’enoturismo, il gruppo di cantine Quarta (due in Puglia ed una campana) proporranno agli operatori del settore, tutta una serie di servizi ed esperienze da vivere in cantina per turisti e winelover. Dalla possibilità di partecipare alla vendemmia, alle escursioni nei vigneti, da Lu Capucanali, la festa di fine vendemmia anni' 50 che si svolge ogni anno nelle Tenute Eméra di Lizzano (Taranto), a tour veri e propri che ripercorrono l’intero ciclo produttivo, dal vigneto al calice, da concludersi con degustazioni emozionanti in abbinamento alle specialità gastronomiche dei tre territori. Diversi servizi che potranno essere combinati per costruire dei pacchetti ad hoc per la scoperta (o riscoperta in chiave diversa) dei territori di produzione del Negroamaro e del Primitivo, per la Puglia.



Vino e territorio, dunque, con la sua cultura e le sue tradizioni, al centro delle offerte di Claudio Quarta, forte dell’indiscusso fascino delle sue cantine:

Cantina Moros a Guagnano, nel Salento leccese, una vera e propria galleria d’arte contemporanea, ricca di opere di Ercole Pignatelli e un Museo del Simposio con pregiati reperti archeologici della storia del vino, custodito nella suggestiva bottaia ipogea;

Tenute Emèra, a Lizzano con la sua incantevole masseria recuperata, la cantina ipogea, il vigneto di biodiversità del Mediterraneo, Casino Nitti, il casino di caccia appartenuto al primo Presidente del Consiglio del Regno d’Italia, del primo dopoguerra, Francesco Saverio Nitti (1919-20);

Infine Cantina Sanpaolo, in Campania, nella zona di Tufo, modello di bioarchitettura, perfettamente inserita nel paesaggio circostante, adagiata sul pendio di una collina.

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pubblicato il 26/01/2016 17:17:05 nella sezione "Le cantine"
La zona della Valpolicella è una delle più celebri in Italia, e non solo, per quanto riguarda la produzione di vino. È in questo contesto che nasce Casa Vinicola Sartori Spa, azienda che vanta una lunga esperienza nel settore vinicolo, occupandosi di vini di qualità sin dal 19° secolo.

La famiglia Sartori si affaccia al mondo del vino grazie a Pietro, che alla fine dell’Ottocento trasforma la sua passione per il vino in lavoro, unendo la gestione della propria trattoria al commercio di vino. Sfruttando anche la posizione strategica in cui vive, e per fornire gli avventori della trattoria il miglior vino possibile, acquista una vigna a Negrar, dando così il via alla lunga tradizione della famiglia Sartori nella produzione di vino.

La passione per il vino, nella famiglia Sartori, viene trasmessa di generazione in generazione, portando all’espansione dell’azienda e aumentandone l’autorevolezza sul mercato. È nel secondo dopoguerra, in particolare, che la famiglia Sartori comincia ufficialmente a produrre vini, e già negli anni Sessanta si apre ai mercati esteri. Un altro passo importante per la Casa Vinicola Sartori viene compiuto negli anni Novanta, quando nel CDA entra la Cantina Sociale di Colognola ai Colli, portando una ventata di novità: in particolare, aumentano i vigneti ma anche le persone coinvolte, la capacità organizzativa e il fatturato.

Al giorno d’oggi la Casa Vinicola Sartori può essere descritta come un’azienda ancorata la proprio passato e alla propria tradizione ma allo stesso tempo protesa verso il futuro e l’innovazione, un’azienda fortemente legata al proprio territorio ma dalla spiccata vocazione internazionale. Sono i vini del territorio, ossia i classici veronesi, dal Soave al Valpolicella, passando per il
Bardolino Chiaretto, ad essere prodotti da Sartori per essere poi esportati in tutto il mondo: l’80% del fatturato, infatti, viene realizzato in oltre 50 paesi .

I fiori all’occhiello di Sartori, ossia i vini sui quali l’azienda orgogliosamente punta, sono il Regolo Valpolicella Superiore DOC Ripasso e il Marani Bianco Veronese IGT, ma l’offerta dell’azienda comprende anche Recioto, Amarone, Lugana, Soave, Bardolino e Custoza e molti altri, senza dimenticare la grappa di Amarone della Valpolicella.

Il lavoro, la passione e l’impegno di Sartori nel settore vinicolo sono stati giustamente riconosciuti negli anni, come dimostrano i numerosi premi ricevuti dai vini prodotti.

Forte di una lunga tradizione e di un presente promettente, la Casa Vinicola Sartori si pone come punto di riferimento per quanto riguarda il vino veronese anche per il futuro.
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pubblicato il 01/12/2015 11:30:10 nella sezione "Le cantine"
Hong Kong, una delle principali porte di accesso al vasto mercato dell’Est Asiatico: nella prima settimana di novembre Scuderia Italia ha portato in Estremo Oriente una selezione di vini di alta qualità, rappresentativi della produzione italiana dalla Sicilia al Veneto.

Scuderia Italia ad Hong Kong

Flavio Sartori, amministratore delegato di Scuderia Italia, fra il 5 e il 7 novembre era all’Hong Kong International Wine and Spirits Fair: una delle più importanti fiere del settore. Il suo ruolo era quello di assistere e promuovere i rapporti commerciali di alcune tra le più prestigiose cantine italiane.
“Non si tratta solo di una via preferenziale per la grande Cina – spiega Sartori – Hong Kong stessa è una città-Stato con uno stile di vita per certi versi più simile a quello occidentale, dove i consumi di vino sono piuttosto elevati. E’ inoltre un crocevia per i commerci internazionali, vicina a Paesi come Singapore, Thailandia, Vietnam, Taiwan: gli operatori arrivano da tutto l’Est Asiatico”.

La fiera ha raggiunto l’ottava edizione e vanta un migliaio di espositori da 32 provenienze differenti.

Scuderia Italia era presente con una rappresentativa di vini di diverse fasce di prezzo e diverse località per soddisfare una pluralità di richieste: ciascun operatore conosce il proprio mercato e sa quali vini potrebbero interessargli.
Sei vini che hanno offerto un panorama – pur sintetico – dell’Italia, prodotti che hanno riscosso un bel successo.
“Per rappresentare la zona della Valpolicella abbiamo scelto l’Amarone di San Cassiano, per l’Emilia Romagna la Cuvée Palazza di Drei Donà, dalla Basilicata l’Aglianico Don Anselmo di Paternoster, la Calabria era rappresentata dal Cirò della cantina Enotria ed il vino siciliano era lo Shymer prodotto da Baglio di Pianetto. Si tratta di aziende di primaria importanza e con cui abbiamo ottimi rapporti di collaborazione. Il Chianti c’era con il nostro nome, Scuderia Italia”.

Ma come viene gestita l’organizzazione di una fiera così importante?
“C’è un lavoro preparatorio, poi la fiera vera e propria per presentare di persona i prodotti e stabilire nuovi contatti, quindi è fondamentale consolidare le relazioni una volta chiuso l’evento – spiega Sartori -. In questo è determinante l’aiuto che riceviamo dai nostri partner del posto”.

Sartori in Asia può contare sull’assistenza di un’azienda cinese, importatrice e distributrice, nata proprio alla scopo di promuovere e rappresentare i vini proposti da Scuderia Italia.

“Un primo passo è la scelta delle fiere. Per noi quest’anno sono state due nel mercato asiatico. Prima di Hong Kong c’è stata ChengDu – capitale della regione cinese del Sichuan, nel sud-ovest del Paese – presso l’hotel Kempiski. La partecipazione ad entrambe è stata promossa da Vinitaly International”.
Poi si tratta di selezionare i vini: devono incontrare i gusti del particolare mercato cui si rivolgono, risultare attrattivi per i professionisti che ne valuteranno il carattere e l’immagine. Il tutto in un mercato che cambia rapidamente.
“Per la preparazione vera e propria della fiera abbiamo invitato i vari contatti che già avevamo in Cina. Sono oltre 300 operatori selezionati con cui avevamo avuto relazioni o rapporti commerciali: importatori, distributori, ristoratori, albergatori, opinion leader – famosi sommelier, nomi della stampa – e altre figure. Stessa cosa hanno fatto i nostri collaboratori cinesi. Una parte ha dato un riscontro positivo. Va detto tuttavia che la proliferazione di fiere, a differenza di qualche anno fa, ha ridotto la disponibilità degli operatori a spostarsi”.

Flavio Sartori entra più in dettaglio su ciò che avviene in fiera: “Nell’arco della giornata si presentavano diversi operatori del settore, ai quali facevamo degustare i vini in base alle specifiche esigenze. Una volta incontrato il loro interesse si poteva discutere anche di eventuali rapporti commerciali. Si tratta comunque di momenti conoscitivi, generalmente la fiera non è il posto per formalizzare vendite e stipulare contratti. Può essere l’occasione per incontrare nuovi operatori o per fare assaggiare prodotti diversi a chi già avevamo tra i nostri contatti”.

Quali vini hanno avuto maggior successo? “Parto dal presupposto che la selezione vedeva prodotti di eccellenza e nomi di spicco del panorama enologico italiano. Ma il re incontrastato, nella nostra missione, è stato l’Amarone. L’Amarone è molto conosciuto ad Hong Kong, molto richiesto: sicuramente perché è un vino importante ma evidentemente c’è stata una promozione efficace. Un’altra denominazione che ci è stata molto richiesta è quella del Chianti, grazie alla conoscenza che ne ha il mercato. Tutta la selezione si è dimostrata comunque all’altezza della situazione e ha riscosso un ottimo gradimento dagli operatori del settore”.

Un bilancio. “Ho riscontrato una partecipazione meno numerosa, ma gli operatori presenti mi sono sembrati decisamente più professionali rispetto ad altre fiere di questo tipo. In altre occasioni parecchi “operatori” improvvisati, spacciandosi per professionisti del settore, portavano ad un considerevole dispendio di tempo ed energie. Vedendo un mercato in crescita tentavano di inserirsi millantando solidità finanziaria e qualifiche inesistenti. E’ possibile che questi, trovando una situazione meno florida e più complessa rispetto alle loro aspettative, abbiano abbandonato l’attività. Se inizialmente questa mancanza di folla in fiera poteva sembrare preoccupante, abbiamo visto poi che il tutto si è svolto con meno confusione e possiamo dirci soddisfatti del viaggio.
Gli operatori che abbiamo incontrato erano in prevalenza cinesi, seguiti a breve distanza da quelli di Hong Kong. Hanno mostrato interesse anche persone da Singapore, Thailandia e Australia.
Infine l’occasione della fiera è stata utile per formalizzare alcuni rapporti commerciali con i nostri partner cinesi e per concludere anche qualche vendita. Quindi nel complesso il bilancio della visita si può dire decisamente positivo”.

(Fonte: Staff di Scuderia Italia, www.scuderia-italia.it)

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pubblicato il 18/11/2015 15:45:01 nella sezione "Le cantine"
Si è da poco conclusa la più importante fiera asiatica del mondo del vino, l’Hong Kong Wine and Spirit Fair, che riunisce a Hong Kong i migliori produttori del panorama internazionale, anche le Cantine Ravazzi hanno partecipato all’evento suscitando grande interesse con i propri vini. Alberto Ravazzi, presente personalmente all’evento nello stand del Consorzio Chianti, si è dichiarato molto soddisfatto per l’interesse mostrato dagli operatori cinesi e dai tanti curiosi presenti all’evento.

“I cinesi amano il vino italiano, - racconta Alberto Ravazzi – e quest’anno ho trovato un grande miglioramento nella loro preparazione. Sono nate molte scuole di degustazione e in Cina sta nascendo una cultura del vino. Insomma sono sempre di più le persone capaci di distinguere un buon prodotto anche se il loro gusto è differente da quello degli europei”.

E infatti il mercato cinese sembra prediligere i vini dolci e fruttati, sicuramente uno svantaggio per i vini strutturati e corposi tipici della Toscana eppure, i vini della Collezione Privata Alberto Ravazzi, hanno spopolato, suscitando un grandissimo interesse. Attirati in principio dalle bottiglie particolari, gli operatori si sono dichiarati favorevolmente colpiti dal gusto e dagli aromi del Prezioso e hanno apprezzato anche il Chianti Riserva, più strutturato e morbido rispetto al Chianti.

Uno dei problemi che più preoccupa i produttori però è la sofisticazione.

“La sofisticazione è sicuramente un problema – prosegue Alberto Ravazzi – i cinesi apprendono in fretta e cercano di imitare i prodotti che amano, riproducendoli perfettamente. Nel mondo vitivinicolo auspichiamo tutti però che la cultura del buon vino abbia il sopravvento, spingendo questo popolo straordinario a diventare un concorrente corretto con cui confrontarsi”.

I vini Ravazzi si preparano adesso per un nuovo appuntamento asiatico a Singapore, per un evento che si svolgerà il 3 dicembre prossimo e che, ci si augura, avrà lo stesso grande successo della scorsa edizione dell’Hong Kong Wine and Spirit Fair.

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pubblicato il 17/11/2015 17:16:04 nella sezione "Le cantine"
E' stato presentato in anteprima alla fiera Food & wine in progress di Firenze il Vedetta Reverse, nuovo formato del vino di punta della cantina La Cura di Massa Marittima (GR). Una bottiglia capovolta, posta in un’elegante cassetta di legno. Un rivoluzionario accorgimento che permette al vino di esser conservato in posizione corretta anche in verticale, con etichetta leggibile perché alla rovescia. Tra i primi ad apprezzare il design del Vedetta Reverse, è stato il cantante e presentatore tv Enzo Ghinazzi, in arte Pupo, in visita allo stand della cantina La Cura.


Il vino dei desideri all’incontrario va: una bottiglia con etichetta alla rovescia e posta a testa in giù. Dietro il design accattivante del nuovo Vedetta Reverse c'è uno studio sulla conservazione del nettare di Bacco.

Nel giorno di chiusura della fiera Food & wine in progress, allestita alla stazione Leopolda di Firenze, la cantina La Cura di Massa Marittima (GR) ha presentato, in anteprima, il suo ultimo progetto. Si tratta di una bottiglia capovolta, posta in un’elegante cassetta di legno. Un piccolo e rivoluzionario accorgimento che permette al vino di esser conservato in posizione corretta, anche in verticale. “Capita troppo spesso – spiega il proprietario dell’azienda Enrico Corsi – che ristoranti ed enoteche, per ragioni commerciali, tendano a lasciare le bottiglie in piedi, in bella mostra, per mettere in risalto l’etichetta. Ma se il tappo non rimane bagnato, come quando il vino è in posizione orizzontale, rischia di seccarsi. Il sughero asciutto si restringe, non aderisce bene al collo della bottiglia e lascia passare troppa aria dall’esterno, aumentando il rischio che il vino si ossidi. Un produttore può curare ogni minimo dettaglio nei passaggi tra vigna e cantina, tra botte e bottiglia, ma se poi il vino non viene conservato in maniera corretta tutto il lavoro sarà stato inutile”.

E quanto delicato sia l'equilibrio delle condizioni per far resistere un gran vino nel tempo lo ha spiegato – in maniera scientifica ma chiara - un esperto presente alla conferenza, la dottoressa Alessandra Biondi Bartolini, agronomo e consulente in ricerca e sviluppo. “L’ossigeno partecipa a tutta vita del vino, nel bene e nel male. Louis Pasteur, che tra i tanti altri meriti è stato il primo a portare la scienza nella tecnica enologica, diceva che 'è l’ossigeno che fa il vino ed è l’ossigeno che lo distrugge'. In ogni fase della vinificazione e della conservazione ci sono rischi e benefici legati al contatto dell’ossigeno con il vino che i produttori devono gestire. L’evoluzione che avviene grazie all’ossigeno e che nei vini rossi strutturati è fondamentale, prosegue anche nell’ambiente confinato della bottiglia, pertanto la scelta del tappo e le modalità di conservazione sono importanti per gestire le fasi finali del matrimonio tra vino e ossigeno”.

Quanto possa far comodo una bottiglia che ben con serva il vino pur esposta verticalmente lo assicura Roberto Ducceschi, sommelier dal 2001, professionista del servizio con un passato da titolare dell’enoteca Re di Coppe a Pistoia. “Nei miei anni di esperienza – assicura - ho capito che la vita di un vino non dipende soltanto dalla qualità del vitigno, dalla corretta lavorazione o dalle caratteristiche dell’annata. Dipende anche e soprattutto dalla sua conservazione”. E il Vedetta Reverse va incontro ad entrambe le esigenze dei ristoratori: il vino può essere conservato verticalmente e rimanere col tappo bagnato. L’etichetta rovesciata (e ben leggibile) fa il resto.

Nei giorni di Food and Wine in progress sono stati tanti i visitatori accorsi alla stazione Leopolda che hanno sostato allo stand della cantina La Cura, ammirando in anteprima la rivoluzionaria bottiglia, chiedendo spiegazioni, informandosi. Segno di un interesse nuovo per il vino: per il duro lavoro di chi lo produce, per un territorio – la Maremma – dalle grandi e finora poco conosciute potenzialità. Tra i tanti appassionati e curiosi, si è intrattenuto allo stand della Cura anche il noto cantante e presentatore tv Enzo Ghinazzi, meglio conosciuto come Pupo, colpito dalla novità del Vedetta Reverse. Pupo ha anche assaggiato il vino, rimanendone affascinato. “Quando andrò al mare a Follonica la prossima volta – dice il cantante – passerò sicuramente dalla cantina La Cura”.


Etichetta in braille e Qrcode interattivo

Il Vedetta, da tempo in commercio, viene prodotto solo nelle migliori annate con una speciale selezione di cabernet sauvignon, proveniente da un piccolo podere chiamato “Monte di Muro”. E' stata la prima etichetta della Cantina La Cura adattata alle esigenze di ciechi e ipovedenti, grazie alla collaborazione con l'Uici sezione Grosseto. La bottiglia è più pesante rispetto a quelle tradizionali, per esser meglio maneggiata da chi non possiede il senso della vista, presenta un'etichetta in braille e un QRcode interattivo, a cui è collegata una spiegazione vocale del vino, attivabile tramite smartphone. Oggi, l’etichetta con caratteri in braille è estesa a tutta la gamma dei vini prodotti. Il Vedetta Reverse si presenta in elegante cofanetto di legno protetta da plexiglas, con etichetta alla rovescia rispetto alle bottiglie tradizionali, per poter esser letta conservando – verticalmente - la bottiglia capovolta.

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pubblicato il 09/11/2015 18:27:51 nella sezione "Le cantine"
Il 20.10 de Le Manzane è da “Bollino Rosso” per la seconda volta

La cantina sarà presente all’interno della “Merano Wine Award - Area” da giovedì 5 a martedì 10 novembre

San Pietro di Feletto, 2 novembre 2015_ Il Merano Wine Festival 2015 è l'edizione che consacra il livello di qualità delle bollicine della cantina Le Manzane di San Pietro di Feletto (Tv). Per il secondo anno consecutivo, il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Extra Dry “20.10 Millesimo” si è aggiudicato il “Bollino Rosso” alla prestigiosa fiera dedicata al mondo del vino, in programma dal 5 al 10 novembre.

La selezione ufficiale del Merano Wine Festival rappresenta il meglio della produzione enologica e gastronomica italiana ed internazionale, risultato del lavoro di selezione di 10 commissioni d’assaggio. Il bollino MeranoWine Award è un certificato di eccellenza per la produzione vitivinicola della cantina Le Manzane e una garanzia di qualità Superiore per il consumatore.

Il Millesimo 20.10 nasce dalle mani e dalla passione del vignaiolo Ernesto Balbinot. Si tratta di un Prosecco di grande personalità, come quella del suo autore. Solo il mosto fiore viene utilizzato per la produzione del 20.10, che viene raccolto facendolo riposare sui lieviti di fermentazione primaria per dare corpo e struttura al vino. Dal colore paglierino scarico ravvivato dal perlage fine e persistente, il 20.10 ha un profumo delicato fruttato con sfumature floreali, sapore asciutto, sapido, minerale. Il retrogusto è piacevole e persistente. Creato in occasione della nascita della nuova Docg nel 2010, la cantina Le Manzane ha voluto celebrare l’evento con uno spumante che rappresenti la massima espressione qualitativa dell’azienda dove valore, cura, passione, qualità e genuinità vanno ben oltre la nuova denominazione.

La cantina Le Manzane si trova a San Pietro di Feletto (Tv) nel cuore delle terre del Conegliano Valdobbiadene DOCG, a metà strada tra le Dolomiti e Venezia. L’azienda, a conduzione familiare, fortemente radicata nel territorio trevigiano come produttrice da più di 30 anni, distribuisce ogni anno circa 800 mila bottiglie sia in Italia che all’estero raggiungendo 27 Paesi, tra i quali il Giappone e il Brasile. L’export rappresenta attualmente il 65% del fatturato aziendale.

Al Merano Wine Festival la cantina sarà presente all’interno della “Merano Wine Award - Area” e nello stand di Enoteca Italia.


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pubblicato il 26/10/2015 14:53:52 nella sezione "Le cantine"
Si è appena concluso a Roma Taste of Excellence, una tre giorni dedicata interamente alle eccellenze enogastronomiche italiane dove alle degustazioni si sono aggiunti momenti di discussione con micro convegni su vari argomenti del food and beverage. Non solo una esposizione con degustazione quindi, ma un evento ricco di incontri finalizzati a favorire scambi e opportunità di business tra buyers e produttori, che ha contato più di 20 show cooking di chef stellati ed emergenti, 12 convegni, corsi di scuole di cucina e workshop, tutto dedicato a far conoscere le eccellenze italiane e a favorire opportunità di business e incontri fra gli operatori del settore e il grande pubblico.

Un grande successo per questo evento che si è svolto dal 17 al 19 ottobre e che ha contato un vasto numero di espositori e un nutrito pubblico. Le Cantine Ravazzi, hanno partecipato in collaborazione con Vinerba Wines riuscendo a sviluppare numerosi nuovi contatti nel mondo della ristorazione e delle enoteche romane e non, e ottenendo un largo apprezzamento da parte del pubblico presente. Grandissimo apprezzamento infatti per tutti i vini della Collezione Privata Alberto Ravazzi che hanno suscitato un grande interesse, non solo per la loro alta qualità ma anche per le accattivanti bottiglie e per il packaging che, come sempre, hanno saputo affascinare grazie alla loro particolarità ed eleganza.

Terminata la kermesse romana Prezioso, Iroso, Bio Logico e tutti i migliori vini delle Cantine Ravazzi, si preparano a volare in Asia in occasione del Hong Kong Wine & Spirit Fair che si terrà a partire dal prossimo 5 novembre.

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pubblicato il 24/10/2015 10:16:16 nella sezione "Le cantine"
Tradizione, eccellenza, innovazione: il Nebbiolo SommoClivo dell’azienda Torre San Quirico di Azzate conquista l’ambitissimo Sole 2016 della Guida Oro I Vini di Veronelli. Un elegante e innovativo cru di Nebbiolo in purezza, nato dalla passione viticola di Alessio Fornasetti e dal suo desiderio di uscire dagli schemi della tradizione per interpretare il nebbiolo in chiave identitaria e innovativa.

Il Sole è un premio assegnato dalla Redazione della Guida Oro I Vini di Veronelli in modo del tutto indipendente dal punteggio in centesimi ottenuto e attribuito a dieci vini scelti tra gli oltre 15.000 campioni assaggiati nel corso dell'anno. Dieci etichette di cui la redazione desidera segnalare l'originalità e il valore.

Un riconoscimento unico, dedicato solo a vini capaci di grandi emozioni, proprio come il SommoClivo, nebbiolo molto delicato che se ben allevato regala uve dai profumi freschi e fruttati, dal cassis al lampone, e tannini armonici e profondi, colori preziosi e brillanti, con sfumature dal rubino al granato.

Il clima ideale, i 480 metri di quota, l’esposizione sud, la ventilazione regolare, le notti fresche sono il valore di questo particolare terroir Prealpino. Con grappoli sontuosi e fogliame verdeggiante, i filari dell’azienda di Alessio Fornasetti abbracciano la storica Torre San Quirico, 20 metri di altezza da cui si osserva un panorama mozzafiato sulle colline moreniche delle Prealpi Lombarde Occidentali: per secoli luogo di viticoltura, abbandonata con l’epidemia di fillossera di fine ‘800. Una vigna settecentesca di circa 2 ettari (sui 7 complessivi della tenuta, il resto a castagneto), completamente ristrutturata nel 2000 per circa 40 quintali di uve l’anno.

«Quando ho iniziato, mi sono posto l’obiettivo dell’eccellenza: ho completamente riqualificato l’esistente con un nuovo impianto, posando nuovi cloni di nebbiolo appropriati alle caratteristiche del territorio, acquistando attrezzature che consentissero la massima manutenzione della vigna e ammodernando la cantina. Ma, soprattutto, ho cambiato la mia vita, mettendola interamente a disposizione della vigna. Perché sono le anime e le personalità a fare grande una terra e a rendere uniche le sue produzioni. E aver ricevuto questo riconoscimento, oggi, ne è la dimostrazione. Passione e competenza, ne sono certo ogni giorno di più, sono le uniche vie per poter essere i migliori» - ha commentato il patron della Tenuta, Alessio Fornasetti.

La trasformazione delle uve del cru SommoClivo in “…nettare divino…” segue un protocollo che valorizza la qualità ed esalta la freschezza della materia prima di ogni annata: diraspatura e pigiatura la sera stessa della vendemmia, poi adeguata macerazione a freddo, inoculo di lieviti selezionati, fermentazione alcolica, riposo sulle bucce, svinatura direttamente in barriques sempre nuove di rovere francese. La fermentazione malolattica si attiva e si completa nelle barriques.


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pubblicato il 19/10/2015 15:28:50 nella sezione "Le cantine"
I vini piacentini doc dell’Associazione Sette Colli di Ziano (Piacenza) saranno degustati all’Ippodromo di San Siro, domenica 18 ottobre, in onore di Leonardo, del suo cavallo (una copia di grandi dimensioni, realizzata dalla scultrice americana Nina Akamu, è all’interno dell’ippodromo) e della sua Malvasia. Quattro cantine della Val Tidone proporranno la Malvasia di Candia aromatica, lo stesso vitigno fatto rinascere nella Casa degli Atellani, a Milano, dimora storica dello scienziato che gli venne regalata da Ludovico il Moro. Qui Leonardo coltivò la propria Malvasia, di cui andava fiero, che arrivava proprio dalle colline del Piacentino.

Oltre al “vino di Leonardo”, le cantine porteranno con loro anche gli altri due gioielli della viticoltura piacentina: il Gutturnio e l’Ortrugo (vitigno autoctono). A presentare i vini saranno le Aziende agricole: Mossi 1558, Badenchini, La Celata e Marasi.

«Ziano - afferma il sindaco Manuel Ghilardelli - è la capitale del vino piacentino con i vigneti che si estendo su circa l’85% del territorio comunale e che ne fanno il comune più vitato d’Italia. Inoltre, sono attive circa 170 cantine. La Malvasia è il vino di punta della nostra vallata e di tutto il Piacentino. Non vanno però dimenticati gli altri due vini prestigiosi come il Gutturnio e l’Ortrugo. L’iniziativa va nella direzione che la Valtidone sta perseguendo da tempo e cioè di portare al di fuori dei propri confini le eccellenze enogastronomiche presenti nella vallata. Per noi, questa giornata è l’equivalente della settimana della moda a Milano».

L’invito è arrivato dalla Società Trenno, che gestisce l’Ippodromo San Siro, in occasione del 93° Gran Premio del Jockey Club, che si svolge domenica 18 ottobre, evento di spicco della stagione autunnale di Milano Galoppo. COMUNICATO STAMPA La Malvasia di Candia dei Sette Colli di Ziano si degusterà all’Ippodromo di San Siro.
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