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pubblicato il 27/07/2016 11:10:02 nella sezione "Ristoranti"
"Nella cornice suggestiva di un antico “canevon”, un locale raffinato ed accogliente tra le colline dell’Alta Marca Trevigiana

Un locale elegante ed accogliente, frutto dell'accurato restauro di un antico “canevon” (cantina) dove convivono in perfetta armonia tradizione e modernità. Il ristorante “Al Capitello” di Tarzo (TV) è un incantevole angolo verdeggiante con il suo giardino esterno dove trascorrere piacevoli serate estive allietati dalla fresca aria delle colline dell’Alta Marca Trevigiana. Appena entrati nel cortile di ghiaia ed erba, vicino al piccolo torrente, si respira ancora l’atmosfera della caratteristica corte contadina. Aperto dal martedì sera alla domenica, il ristorante “Al Capitello” è l’ambiente ideale per tranquille cene con gli amici, per tutte le ricorrenze, ma anche per esclusivi pranzi di lavoro.

I sapori autentici della cucina veneta

In un'ambientazione suggestiva si può gustare l'emozione del connubio tra i sapori unici della cucina tradizionale veneta rivisitata dalla fantasia dello chef Tiziano Poloni, dal 2006 alla guida del ristorante “Al Capitello” con la preziosa collaborazione della moglie Fiorella. Una cucina di alto livello per coloro che amano riscoprire i sapori autentici e naturali. Il cibo come risultato della continua ricerca di materie prime genuine e la maestria nella preparazione dei piatti valorizzano la qualità di tutto ciò che si assapora. Un’attenzione particolare viene riservata alla clientela vegetariana e a coloro che soffrono di intolleranze alimentari con un menù ad hoc. A soddisfare gli amanti del buon bere, un'importante carta dei vini con oltre 200 etichette di pregio provenienti soprattutto da Triveneto, Toscana e Piemonte.

Tiziano e Fiorella: creatività e tradizione

L’esperienza nelle cucine e sale da pranzo di Tiziano e Fiorella comincia già verso la fine degli anni ’70. Durante i loro quasi quarant’anni di attività, hanno visto il susseguirsi di diversi stili culinari: dalla nouvelle cuisine, di cui conservano le cotture brevi che preserva la leggerezza delle pietanze, alla cucina creativa, utile per le reinterpretazioni di piatti storici e consolidati, dalla cucina fusion e quella etnica per i multi-ingredienti ed un uso sapiente delle spezie. Tiziano e Fiorella hanno saputo far tesoro di ogni insegnamento per ricavarne un loro stile enogastronomico. Ora “subiscono” molto volentieri la cucina del territorio. Da appassionati cercatori di erbe spontanee, funghi, castagne e quanto offre a seconda delle stagioni il territorio, nei menù di primavera fioriscono le ortiche, i bruscandoli, il tarassaco, gli asparagi da “rust”. L’estate è la stagione del trionfo di prodotti del loro orto coltivato in maniera naturale. Poi subentra il dorato autunno, ricco soprattutto di funghi e castagne. Tiziano e Fiorella amano intrattenere i loro clienti e raccontare, con entusiasmo e calore professionali, l’ultima raccolta di chiodini, russole, alberelle, steccherini dorati e di splendidi e gustosi esemplari di porcini ed ovuli.

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pubblicato il 23/05/2014 10:32:02 nella sezione "Ristoranti"
"Le specialità, i prodotti tipici e i metodi di cottura dei nostri antenati
sono riproposti da Giuseppe Iuppa,
anima de “I’Daviddino” di Via Martelli

Per anni si è interessato del mondo etrusco, mescolando la passione per l’archeologia con quella per la cucina: ecco perché per il “cuoco etrusco” GiuseppeIuppa– siciliano di origine, toscano d’adozione,esponente del Gruppo Archeologico Carmignanese – è stata una scelta naturale, cimentarsi con la cucina etrusca. Lo ha fatto per anni quando si è trattato di animare convivi e simposi nelle zone dove il retaggio etrusco è più forte, e ha continuato quando ha deciso di aprire il ristorante “I’Daviddino” in via Martelli. Tanto che oggi nel menù si trovano piatti ispirati alle pietanze etrusche per materie prime e tecniche di cottura, mentre su richiesta è anche possibile partecipare a delle caratteristiche cene etrusche per assaggiare riproduzioni di piatti etruschi.

Il caso più conosciuto è quello del “garum”, una salsa a base di pesce, ma ci sono anche la salsa alla menta, i lampascioni “nuziali” (i bulbi di una pianta erbacea ancora oggi utilizzata in alcune cucine regionali), e così via, fino alla “Toscanaccia”, una sorta di covaccino in voga nel periodo etrusco: era formata da quella che oggi è la nostra “ribollita” mangiata su un fondo di pane azzimo. In quanto alle tecniche di cottura, ampio spazio era riservato ai calderoni e agli spiedi per gli arrosti.“La cucina etrusca – spiega Iuppa – è caratterizzata dasistemi complessi di conservazione e metodi raffinati di cottura che oltre a ottenere delle prelibate pietanze,curavano molto l’aspetto scenografico del banchetto. Ma l’attenzione principale era riservata alla preparazione e ai metodi di cottura anche più cotture per lo stesso alimento, per facilitarne la digestione”.

Non solo cibo, comunque: il titolare de “I’Daviddino” si è dedicato anche alla riscoperta del vino che gli antichi Etruschi bevevano migliaia di anni fa, una bevanda speziata ed elaborata con tecniche di vinificazione antiche e da vitigni autoctoni.Giuseppe Iuppaha voluto creare un collegamento tra i vini dell’epoca e quelli attuali: attraverso l’imprimatur del marchio Etruschello, vengono identificati i vini risultato di un’accurata selezione delle uve da vitigni autoctoni del periodo etrusco, e in grado di evocare gli antichi profumi delle locande etrusche dando la sensazione di un viaggio a ritroso nel tempo. “Del resto – spiega Iuppa – gli Etruschi erano depositari di costumi sociali affascinanti, e con il loro gusto hanno dato vita a sapori raffinati che trascendono l’evoluzione del gusto e dell’arte di fare il vino avvenuta nei secoli successivi”. Il vino e gli alimentiche gli Etruschi consumavanoquotidianamente è statoinvece ricostruito con rigore scientifico prendendo spunto dalle analisi, da partedi archeologi, di resine o resti di alimentiritrovate all’interno di contenitori o anfore vinarie da trasporto, e dopo aver riprodotto le loro tecniche di vinificazionee sistemi di cottura.

“Il vino – continua Iuppa – era di notevole importanza per il popolo etrusco, tanto da diventare uno dei prodotti più importanti del loro commercio nel Mediterraneo:veniva consumato principalmente nelle occasioni importanti come riti funebri o simposi. Era uso degli Etruschi aggiungere al vino ingredienti di ogni genere: formaggio,miele, alloro e spezie come cannella,chiodi di garofano,ecc... e allungato con acqua anche di mare che veniva dosata in base alla volontà del padrone di casa o del simposiarca”.

La possibilità di assaggiare la cucina e i vini etruschisegue in un fil rouge ideale Winex, l’esposizione permanente di via Martelli, dedicata al ciclo di lavorazione della vite e del vino, con oltre 500 oggetti storici, a partire da alcuni autentici reperti etruschi, romani e medievali concessi dal Museo Archeologico nazionale di Firenze. A pochi passi dal Duomo, un’occasione unica per imparare qualcosa di più sul mondo della vigna e della cantina: la prima stanza – impreziosita da un decanter romano, un “kantharos” (coppa) etrusco e una brocca medievale – è dedicata al rapporto tra l’uomo e la vigna, con una raccolta di oggetti caratteristici delle fasi di lavorazione dalla terra all’uva, mentre la seconda ripercorre i momenti del passaggio da mosto a vino.

Il “museo del Vino” è aperto tutti i giorni, dalle 10 a mezzanotte (in concomitanza con gli orari del Daviddino), ingresso libero per i clienti del wine-bar.


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pubblicato il 16/04/2014 11:47:14 nella sezione "Ristoranti"
Da piccola gastronomia del centro storico che annovera più di cinquant’anni di attività, l’Osteria de l’Ortolano amplia la propria offerta al pubblico con un ristorante aperto di sera. Questa è la nuova sfida dei due proprietari, Marta Mezzetti e Massimo Zetti, che hanno voluto cimentarsi in questa nuova avventura, perché la loro passione per la buona cucina è davvero tanta.

L’alta qualità dei prodotti è frutto di una continua ricerca delle materie prime genuine e il più possibile naturali. Il Podere Torricella, situato nei dintorni di Firenze, è l’azienda di famiglia che offre frutta e verdura di stagione e miele; ma dove non si riescono a produrre tutte le materie prime necessarie, è direttamente Massimo che va a scovare i produttori che rispettano i cicli di vita naturali dell’ambiente e degli animali, andando a visitare di persona le aziende. È per questo che le uova utilizzate provengono da galline allevate all’aperto, la carne è solo di razza Fassona ricavata da capi femmine sopra i 24 mesi e le verdure provengono prevalentemente da produttori locali.

La cucina dell’Osteria de l’Ortolano rispecchia appieno questa filosofia adottata nei confronti dei prodotti genuini. Massimo nei suoi piatti esalta il sapore vero delle materie prime, utilizzando metodi di cottura poco tradizionali come quelle sottovuoto, al vapore e usando spezie ed erbe aromatiche al fine di non appesantire le pietanze con condimenti eccessivi che ne altererebbero troppo il sapore.

Massimo trae ispirazione dalle sue ricette dalla cucina tradizionale prima toscana e poi italiana apportando delle piccole varianti, perché la protagonista assoluta deve sempre essere la materia prima di alta qualità. Da qui nascono la caponata di verdure grigliate, il filetto di manzo cotto sottovuoto e ancora il pollo alla cacciatora prima preparato al forno e poi ripassato in padella per utilizzare meno condimento possibile.

I piatti che lo Chef ha nel cuore sono il “risotto al vin santo”, nato un po’ per caso con quello che c’era a disposizione: un misto di verdure di stagione sfumate con il vin santo; e il “coniglio ripieno di verdure”, perché viene poco proposto dai ristoratori.

Il classico menù si compone anche di piatti vegetariani e di pesce, perché Massimo e Marta vogliono che ci sia più scelta alla portata di tutti. La carta dei vini offre un’ampia scelta di cantine e vitigni provenienti da diverse parti d’Italia e scelti anch’essi personalmente dai proprietari. Grande attenzione viene data anche al rapporto qualità/prezzo perché, come dice Massimo, “si può mangiare un prodotto di qualità spendendo il giusto”. Ed è per questo motivo infatti che non viene applicato il coperto e il servizio sono inclusi.

Il ristorante è composto di soli 24 coperti situati in una via del centro storico fiorentino, a due passi da Duomo. L’ambiente è semplice: pochi tavolini in una piccola sala rendono l’atmosfera intima e accogliente. I sorrisi, la cordialità e la buona cucina di Marta e Massimo sapranno conquistare i vostri palati e non solo.

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pubblicato il 25/03/2014 11:06:13 nella sezione "Ristoranti"
Nel cuore della Roma papalina, a pochi passi dalla Cupola di San Pietro, Taverna Angelica è un angolo di buon gusto per intenditori che sfuggono come la peste i ristoranti a caccia di turisti. Non a caso la clientela di Taverna Angelica è composta da frequentatori abituali, professionisti, intellettuali e prelati che la scelgono per qualità, cortesia, per l'ambiente raffinato nella sua sobrietà e per l'accurata selezione delle materie prime e dei menu, sempre accompagnati da ottimi vini. Clienti abituali sì, ma anche visitatori internazionali, invitati da amici e conoscenti tramite la più straordinaria catena dell'eccellenza e della garanzia di qualità: il passaparola. A Taverna Angelica tutto è scelto con cura ed è difficile capitarci per caso, nascosto com'è dalle vie più chiassose del quartiere di Borgo.

Entrando nel ristorante ci si adegua immediatamente al tenore del luogo e davanti alla vetrata che custodisce l'accurata cantina, si è portati ad abbassare il volume della voce e a lasciarsi accompagnare nella scelta delle pietanze che strizzano l'occhio alla tradizione italiana ma con incursioni verso gusti meno consueti. Come i gamberoni in crosta di pasta kataifi o i cannoli di spigola e mango ripieni di rucola o le imperdibili polpettine di cicoria su vellutata di ceci. Tra i primi eccellono le fettuccine verdi con mazzancolle su carpaccio di melanzane e gli gnocchetti con broccoli e frutti di mare. Per gli amanti del riso, il risotto con fiori di zucca e concassé di pomodoro è la risposta migliore. Ma è nei secondi piatti che gli accostamenti si fanno più originali e preziosi: la nocetta di vitello in crosta con crema di tartufo nero è una delle costanti dei menù di Taverna Angelica, assieme alla tagliata di tonno fresco ai pistacchi e salsa di arance e al filetto di rombo con granella di mandorle, salsa al vino bianco e verdure al vapore. Un'attenzione viene poi dedicata alla conclusione della cena con dessert insoliti come la mousse di cioccolata bianca con salsa ai frutti di bosco, lo spumotto di caffè e il tortino di pistacchi con salsa ai pistilli di zafferano. Taverna Angelica nasce dall'incontro delle differenti esperienze umane dei soci, da chi ha gattonato in uno dei migliori ristoranti d'Italia e ha la ristorazione nel dna da generazioni a chi ha fatto della cura dell'accoglienza la propria ragione di vita. E' aperta tutte le sere, e a pranzo solo per eventi aziendali.

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pubblicato il 21/03/2014 18:31:36 nella sezione "Ristoranti"
Venerdì 28 marzo, dalle ore 20:30, si terrà l’esclusivo appuntamento con “La cena dei colori” per gli amanti di enogastronomia presso il slow restaurant Le lampare al fortino di Trani per presentare le nuove etichette dell’azienda Bellavista. New Air On Wine, il claim che riassume il restyling di Bellavista Franciacorta, bollicine realizzate da quasi 40 anni ad Erbusco, è solo un claim, appunto, per definire il lavoro del creativo francese Thierry Consigny con Vittorio Moretti, lo storico fondatore dell'azienda vinicola e di sua figlia Francesca, ora alla guida dell'avventura di famiglia. Aria fresca per i vini, colore e materia per il packaging per un rinnovo sopratutto esteriore, che punta ad inebriare il cliente già alla prima occhiata. Così, volano origami-farfalla, nevicano candies e piccoli prismi di cristallo.

L’obiettivo? Cogliere l'essenza di un mestiere radicato nella terra, splendidamente vincolato alla natura, ma anche fortemente rappresentativo di un mondo legato al piacere del gusto, alla gioia della condivisione e, non da ultimo, al complesso insieme di valori simbolici espressi da un brindisi.

“New Air on Wine. Questa è la frase che abbiamo scelto per esprimere l’idea colorata che racconta i nostri Franciacorta. Un’Aria Nuova perché l’energia di Bellavista è un pensiero vitale che da sempre ci accompagna rendendo possibile il realizzarsi di tanti sogni. Francesca Moretti continua, ci siamo chiesti quale fosse la sostanza dei nostri sogni e ci siamo concordemente riconosciuti in una sola risposta: Bellavista è pura avanguardia, è uno stile anticonformista e intraprendente che oggi, come allora, ricerca l’essenza del proprio carattere nelle radici più profonde di una terra straordinaria con caratteristiche geologiche e climatiche uniche”.

La Cena dei colori, evento ideato da Antonio Del Curatolo de Le lampare al fortino, questa volta ospiterà l’azienda bresciana Bellavista con le uve Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Bianco amalgamate e servite in bottiglie silenziosamente particolari dando vita ad Alma Cuve’e Brut, al Brut 2008, al Satèn 2009, al Rosè 2009, al Pas Opere 2007 e al Vittorio Moretti 2006.

Durante la serata verranno degustate le varie annate dal 2006 al 2009 con la presenza del dott. Barbato del Gruppo Terra Moretti. A lui sarà affidato il compito di illustrare la filosofia da cui nascono questi vini e di raccontare le peculiarità del territorio che li rendono particolarmente suggestivi.

Nota particolare della serata da parte dello staff delle Lampare al fortino con a capo lo chef Giovanni Lorusso sarà quella di accompagnare le varie annate del Bellavista con un menu completamente di mare che esalterà i profumi e colori delle nuove bollicine.

Per info e prenotazioni: 0883 480308

[La natura si reinventa ogni giorno. La vita è un’invenzione permanente. È solo ascoltando il silenzio che noi possiamo intendere la terra, l’acqua, l’aria e la luce mentre creano la vita. È solo nel silenzio delle nostre vigne e delle nostre cantine che noi rinnoviamo l’ispirazione dei nostri vini, i vini di Bellavista.

New air on wine]
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pubblicato il 30/01/2014 11:44:58 nella sezione "Ristoranti"
Un momento di riflessione del fotografo Fabrizio Gaeta per un San Valentino dolce, fatto di gesti e di tenerezza, di passione ma anche di complicità e rispetto, di sguardi e di mani che si cercano, si accarezzano e poi si stringono……per non lasciarsi.
Per un momento d’amore di San Valentino al Cavolo Nero Bistrot, con il menu creato dallo chef Achille Pirillo, le dolcezze cioccolatose di Revapo, i biscotti e i dolci di Jonsi & Billis, i fiori di Carla Garrafa e le foto di Fabrizio Gaeta per ricordare la serata.
CENA DI SAN VALENTINO al CAVOLO NERO BISTROT

Venerdì 14 Febbraio 2014 dalle 20.30

“L’amore in tavola” una cena per un incontro d’amore per gli innamorati con le ricette d’autore dello Chef Achille Pirillo con piatti a base di cioccolato.

Menù

dopo un brindisi di benvenuto…….
“Cupido” Antipasto caldo di pesce in conchiglia 10€

“Sapore di Te” Tagliatelle al cacao con sugo di lepre e ribes 12€

“L’Anatra innamorata” Anatra in salsa con cacao e noci 15€

“Vento di passioni” Tortino al cioccolato con fonduta calda e gelato al frutto della passione 6€
“Romeo e Giulietta” i biscottini degli innamorati
“ I cuoricini dell’Amore” Cioccolatini per chi si ama

Ad animare la serata una “riffa” con premi a sorpresa.
Inoltre saranno presenti il fotografo Fabrizio Gaeta, le composizioni della fiorista d’interni Carla Garrafa, la cioccolata di Repavo Firenze e i biscotti di Jonsi & Billis

Possibilità di parcheggio gratuito.

Per info e prenotazione chiamare allo 055-496433

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pubblicato il 19/11/2013 14:19:58 nella sezione "Ristoranti"
pubblicato il 18/10/2013 09:33:19 nella sezione "Ristoranti"



di Cristina Vannuzzi

Un ristorante, un lembo di spiaggia in riva al mare che ti cattura i sensi per la bellezza sconfinata fatta di natura, di mare, sabbia, ritmi cadenzati che seguono le onde e poi il vento e il mare in tempesta, ugualmente bello e affascinante; e poi un uomo, gentile e affabile, sorridente, legato alla sua terra e alla sua famiglia, a tutto quello che ha creato con il suo lavoro, al rimpianto per il padre Demetrio Cogliandro, grande uomo ed esempio per lui e i suoi fratelli.
Sembra impossibile che un posto così meraviglioso, una location così prestigiosa per la cucina e l’accoglienza abbia subito un terremoto, il dolore acuto di una ingiustizia, di prepotenza e sopraffazione, un evento che ha sconvolto la vita di Filippo Cogliandro, questo uomo gentile, ma giusto, che ha trovato nella sua forza d’animo il coraggio di ribellarsi alla richiesta del pizzo, il denominatore comune che lega i componenti della ‘nandrangheta calabrese, ai continui soprusi, alle richieste più estorsive.
Filippo ci racconta la sua storia, del suo ristorante L’Accademia, la spiaggia dell’Accademia a Lazzaro, il suo paese, di un gioiello creato dal nulla, con il suo lavoro e quello dei suoi collaboratori, una storia bella ed esaltante, perché fatta di uomini, di sogni realizzati e poi di scelte difficili, di amici scomparsi per paura, di solitudine, inesplicabile e dura da sopportare, i rifiuti che sono lame d’acciaio; e poi la vicinanza di Don Ciotti, un fratello, la spiaggia Libera, Libero Grassi, il Sindaco di Motta Paolo Laganà, il Prefetto Francesco Musolino, ……..e improvvisamente tanti, tanti volti sorridenti, mani che lo cercano, applaudono, lo carezzano………. e Filippo non è più solo.



Affascinante storia, quella del Ristorante L’Accademia Ristorante Gourmet……L'ACCADEMIA RISTORANTE GOURMET nasce nel 1995, per onorare un personaggio vissuto a Lazzaro negli anni settanta, pittore di corte di Re Baldovino del Belgio, Jim Jansen.
E' proprio a Lazzaro che Jim s'innamora dell’atmosfera del posto, dei colori forti dei paesaggi che richiamano le tecniche della scuola fiamminga e decide, essendo architetto, di farsi costruire una villetta immergendola nel verde con un ambiente semplice e raffinato, luogo dove sorgeva in precedenza L'Accademia.


Negli anni '70, Jim Jansen apre la sua "Accademia di pittura" ma in un paese come Lazzaro, all'epoca povero culturalmente ed economicamente, la sua scuola ha poca fortuna e la difficoltà di poter trasmettere l'arte a qualcun altro fa scattare in Jim Jansen una produzione esagerata di opere d'arte che mi coinvolgono a tal punto tanto da spingermi a cercare di diventare pittore, artista e chef.



È vero, dovevo trovare il mio giusto habitat: non riuscendo ad esprimere creatività sui quadri e involontariamente, preparando delle piccole cenette per gli amici, mi sono scoperto artista della cucina. Da qui l'idea del ristorante e la scelta del nome: Jansen faceva arte con le sue opere ed io con i miei piatti. Il tempo ha completato "l'opera": corsi di cucina con i più grandi maestri della ristorazione, spesso in giro alla ricerca del gusto e della creatività.



Dal gennaio del 2004, L'Accademia si trasferisce nell'antico "Palazzo della Castelluccia", palazzo nobiliare di fine 800. La cantina dei vini con enoteca per degustazione vini, è curata personalmente dal maitre di sala Demetrio Albano e il mio sous chef Giovanni Dascola.




Libera, la bandiera dell’associazione antimafia creata da Don Ciotti, è stata la prima a sventolare su una spiaggia e proprio da quest’anno sulla spiaggia antistante il ristorante dell’Accademia: è nato un altro mondo, la spiaggia si è riempita di giovani, di risate, di grida di bambini, un mondo fatto di gioco, di ragazzi felici, spensierati, aperitivi e musica live, di amore giovane e di ragazzi calabresi liberi sulla spiaggia Libera, come tutte le spiagge del mondo.
Oggi chi arriva a Lazzaro vive in un’atmosfera di un territorio rinnovato che tenta di progredire, liberandosi dalle prigioni che derivano dalla cultura della sopraffazione, della prevaricazione e dell’illegalità. Oggi Lazzaro è un Paese in crescita che fa dell’accoglienza e della promozione delle sue bellezze naturali, architettoniche e, non per ultime, culinarie elementi di identità culturale, creando movimento e occupazione.



Il mio è stato un messaggio di legalità, e quindi di speranza per chi vuole combattere in una terra sempre più oppressa dai criminali. Ho avuto vicino la mia famiglia, i fratelli, e poi si è creato un rapporto fraterno con Don Ciotti, ma anche la gente, oltre alle autorità, e tutti mi avvicinavano e mi dicevano, sommessamente….bravo.



Il paesaggio è già un buongiorno di allegria, è una esplosione di colore, che inebria da quando ci si alza la mattina, dovunque il profumo del mare, il mio mare che mi riempie lo sguardo e mi scalda il cuore, il mio mare che si ritrova nei miei piatti, e i profumi…..il cibo parla della mia terra e mi piace pensare che possa raccontare di me attraverso i miei piatti; niente è gratuito e la “valigia del mio viaggio”, se così si può chiamare, è piena di sapore della mia terra, di ricordi e profumi, ma anche di sacrificio, ricerca, studio, esperienza, il ricordo del mio babbo, un faro nella mia vita, e poi il lavoro di equipe con i miei collaboratori, il mio prezioso sous chef Giovanni Dascola, le radici della mia terra sono il fil rouge che mi lega alla vita, le antiche ricette e tradizioni della Calabria, che diventano ogni giorno un rito, un arte che rivaluta i gusti semplici, passioni senza confini e senza tempo.
Voglio portare la mia terra e tutto questo nel mio tour, in tutta Italia, per far conoscere e capire che la mia terra è meravigliosa: emblematica la mia prima cena a 4 mani, a Firenze, città che ha dimostrato una grande sensibilità al problema ed è al Cavolo Nero Bistrot, con i fratelli Pirillo, Achille, l’executive chef del locale, Anastasia e Antonio, una famiglia di origine calabrese ormai diventata fiorentina.
Emblematica a Firenze anche la presenza del nuovo Procuratore Capo di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho, dei procuratori Salvatore Di Landro e Ottavio Sferlazza e del direttore dell’Osservatorio contro la ‘ndrangheta Claudio La Camera.

E tutto questo dolore, gioia, sacrificio ed entusiasmo è da preservare, difendere, tutti insieme, con grande forza, i valori e la dignità, perché sia di esempio alle nuove generazioni e perché….il silenzio uccide.


Anche il Presidente del Consiglio comunale fiorentino Eugenio Giani ha partecipato alla prima "Cena della legalità", organizzata al Cavolo Nero Bistrot di Firenze, per raccontare l'esperienza dello chef calabrese anti-racket Filippo Cogliandro, che si ribellò ai suoi estorsori ed ebbe il coraggio di denunciarli.
La cena, preparata a quattro mani con lo chef Achille Pirillo, è servita per testimoniare l'esperienza di Cogliandro e raccogliere fondi a favore dell'associazione "Libera" di don Ciotti contro le mafie.
Giani ha portato il saluto del consiglio comunale e ringraziato lo chef per il suo coraggio.
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pubblicato il 12/02/2013 16:08:17 nella sezione "Ristoranti"
pubblicato il 07/12/2012 12:52:47 nella sezione "Ristoranti"
Il Winebar, al 4° piano della Città del gusto è un ristorante e winebar davvero unico a Roma. Un pò "nascosto" non avendo una insegna ed un ingresso classico sul passaggio pedonale, è un luogo per appassionati della buona cucina e del buon vino. Ha 3 diverse aree ed una bellissima terrazza, ognuna con le sue caratteristiche; ed è sfruttato come unico locale per grandi ed importanti eventi. Un'atmosfera cosmopolita ed internazionale con una strepitosa vista su un'insolita Roma. Qui troverete vini pregiati e ricercati; cocktail classici o innovativi; una cucina sempre attenta all’eccellenza degli ingredienti utilizzati; e sempre un sorriso ad accogliervi. Ci piace inoltre, e lo facciamo con successo, organizzare eventi privati come compleanni, incontri di lavoro e meeting, team building, presentazioni, degustazioni, aperitivi per festeggiare un'occasione speciale. Da noi potrete organizzare qualsiasi tipo di evento abbiate in mente.

Con il suo bellissimo bancone in legno è il luogo che dechiamo all'aperitivo dalle ore 19.00. Salottini e bottiglie di vino disposte sapientemente nei vari angoli del bar, danno un tocco più intimo a questa zona del locale; ci piace ospitare in quest'area quadri o foto da esposizione. Le opere, solitamente disponibili all'acquisto, vengono cambiate periodicamente. Dedichiamo inoltre questa zona a percorsi di degustazione, aperitivi informali o standing buffet. Organizziamo inoltre, aperitivi per festeggiare un’occasione speciale, e qualsiasi tipo di evento abbiate in mente. Ci troviamo al 4° piano della Città del Gusto. L'edificio, lineare e moderno all'esterno, si trova nel cuore del quartiere Ostiense, proprio sopra il Tevere con una suggestiva vista sul Gasometro e su resti di archeologia industriale; a due passi dal brulicante Viale Marconi. La zona è in continuo fermento artistico; a due passi si trovano il Teatro India, la Centrale Montemartini, la Basilica di San Paolo, oltre naturalmente al Gasometro, sfondo di tanti film di Ozpetek. Tutti visibili dalle nostre vetrate al 4° piano. La Città del gusto, che ci ospita al 4° piano, è un luogo unico progettato e realizzato dal Gambero Rosso. Per arrivare da noi, all'ultimo piano, potrete utilizzare gli ascensori panoramici o le scale mobili (tranne l'ultima rampa da fare a piedi o con l'ascensore): avrete modo di vedere così il salone eventi, le scuole di cucina, il teatro ed il negozio. Vale la pena soffermarsi!
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pubblicato il 07/12/2012 12:45:48 nella sezione "Ristoranti"
pubblicato il 05/12/2012 12:56:21 nella sezione "Ristoranti"
pubblicato il 04/12/2012 12:58:40 nella sezione "Ristoranti"
pubblicato il 03/11/2012 12:03:27 nella sezione "Ristoranti"
pubblicato il 03/11/2012 08:20:58 nella sezione "Ristoranti"
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RISTORANTE AL CAPITELLOL’eccellenza dai sapori naturali
A FIRENZE CUCINA ETRUSCADai lampascioni al garum
OSTERIA DE LORTOLANORicercatezza delle Materie Prime e Alta Qualità a Due Passi dal Duomo
TAVERNA ANGELICAAutenticità e Cortesia nel Cuore di Roma
TRANI LA CENA DEI COLORILa primavera servita a tavola
Compro e vendo
VENDESI Azienda Gaiole in Chianti
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Il ricettario
PASTA FRESCA ALLE ROSOLINE DI CAMPOPerfetto abbinamento con Prosecco Superiore DOCG
BISTECCA ALLA FIORENTINA E CHIANTIUno dei piatti più famosi al mondo unito ad un grande vino
VIN BRULEPreparazione e Storia
Torta Ubriaca con Cioccolata e Vino Rosso
Orzotto con pere e radicchio rosso affogato al Vino Rosso
Arte Wine
A Firenze il Chianti Classico Colle Beretoe l’EnoArte di Elisabetta Rogai brindano alla tecnologia della nuova Classe A della GMG Mercedes
ELISABETTA ROGAI A MILANORassegna Cibum Nostrum
ENOARTE E LA PUGLIAAl Gourmettino l’Osteria Contemporanea di Domenico Cilenti
QUATTRO VINI DI SIENA PER ELISABETTA ROGAIL’artista fiorentina dipinge anche con il vino del territorio senese il Drappellone del Palio dell’Assunta
DIPINGERE COL VINO?Adesso è un film-documentario su Arianna Greco
Enoteche
ENOTECA PROVINCIALE DEL TRENTINODegustazione di vini salumi e formaggi
ENOTECA VINCANTO MilanoZuppa di cipolle di Isabella
ENOTECA PALAZZO PICCOLOMINI SIENANel 1987 ho ideato a Siena Le Bollicine primo bar à vin della città del Palio.
ENOTECA REGIONALE EMILIA ROMAGNAdal 1970 per difendere i vini del territorio Emiliano
ENOTECHE ITALIANE IN RETEComunicazione tra le enoteche italiane i produttori di vino ed il numeroso pubblico di internet.
Vini Italiani
NOCCHINO E FOGLIA TONDA DI PODERE EMAUn viaggio fra i sapori della Toscana
IL SOLE DEI TEMPIDa Massucco un vino da provare
IL VINO PI PREZIOSODalle Cantine Ravazzi agli amanti del buon vino
DIVINITYTutto il prestigio delle bollicine
IL BAROLOUn Nettare che Arriva dal Nebbiolo
Non solo vino
FENIMPRESE FIRENZE ADOTTA LA PIATTAFORMA DIGITALE FENPLACEPiattaforma digitale di comunicazione
RINASCE CON LA TERZA GENERAZIONE IL MARCHIO BRANDIMARTEGrazie alla nipote Bianca Guscelli
ACETO BALSAMICO DEL DUCA CELEBRA I 125 ANNI DI STORIABottiglia limited edition dal logo in lamina doro
RIVIERA GINDalla Romagna il primo e unico gin italiano prodotto con distillato di vino
FIRENZE ALLA SCOPERTA DEI SAPORI DELLA PUGLIAVenerdì 10 giugno al Ristorante Tosca