The wine italia, il nuovo modo di conoscere il vino. Testata giornalistica in corso di registrazione. Direttore Responsabile Alessandra Conforti. TheWineItalia è un prodotto "Web Mouse Consulting Srl" Strada di Rovereta 42, 47891 Falciano (RSM), e-mail info@thewineitalia.com
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pubblicato il 23/04/2016 17:38:56 nella sezione "Vini Italiani"
Abbiamo avuto recentemente l’occasione di conoscere “Podere Ema” un’azienda a pochi chilometri da Firenze, che si pone l’obiettivo di valorizzare la Toscana e la sua terra con vini di alta qualità. Con Nocchino, Podere Ema raggiunge sicuramente il suo scopo perché questo è proprio il tipo di vino che vorreste avere a tavola per una serata importante o per festeggiare un evento da ricordare.

Si tratta di un blend di Foglia Tonda, Colorino e Sangiovese dove ogni vitigno viene ben rappresentato e si armonizza con gli altri a formare un vino ben strutturato e armonico con tannini presenti (ma non troppo) dove si ritrovano note di prugna, frutti rossi e spezie.

Nocchino è un vino ricco di sapori e profumi che si presta a grandi abbinamenti, in particolare, proprio per esaltare il carattere regionale, in redazione lo abbiamo abbinato a un bel piatto di formaggi e salumi rigorosamente toscani ma sicuramente non ha niente da perdere con un buon primo piatto, anche saporito, o con un secondo a base di carne.

Della cantina abbiamo potuto gustare anche il Foglia Tonda prodotto, come ci dice il suo nome, con uve 100% foglia tonda. Si tratta di un vitigno originario della Toscana la cui coltivazione era stata abbandonata e oggi ripresa da alcune aziende che cercano di rivalutare questi antichi vitigni. Podere Ema lo fa in modo impeccabile, con un vino che sa farsi apprezzare al naso e al palato, forse un po’ aggressivo e da abbinare al giusto piatto per esaltarne gli aromi e il gusto ma, senza nessuna esitazione un ottimo vino. Una particolarità da notare la vinificazione e l’affinamento di parte delle uve in giare di terracotta.

Completano la linea un rosato e una grappa di Foglia Tonda di cui vi faremo avere presto notizie!

The Wine Italia vi consiglia vivamente i vini di Podere Ema, per un viaggio fra i profumi e i sapori della Toscana più vera.

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pubblicato il 21/09/2015 11:20:25 nella sezione "Vini Italiani"
pubblicato il 11/06/2014 11:25:32 nella sezione "Vini Italiani"
Alessandra Conforti

Elegante e rotondo, “Prezioso”, delle Cantine Ravazzi è il terzo miglior vino rosso d’Italia secondo Luca Maroni che lo ha investito del premio lo scorso 6 febbraio durante la premiazione dei migliori vini d’Italia della guida di Luca Maroni. Il “Prezioso IGT Toscana” annata 2010 è un vino particolarmente fruttato che ricorda al palato la prugna matura e i fiori freschi . Alla vista si presenta di un rosso rubino carico ed esplode in bocca con un gusto deciso e dirompente e allo stesso tempo, morbido e fruttato con un grande equilibrio che soddisfa i palati più esigenti. Elegante anche nella “forma”, la Cantina Ravazzi ha infatti scelto di stupire e rompere la tradizione regalando, a questa linea di nuovi vini, facenti parte della Collezione Privata Alberto Ravazzi, bottiglie particolari che come uno scrigno racchiudono questo tesoro. Una bottiglia più pesante quindi, quasi possente che vuole lasciare il segno e che si rivela anche un bellissimo regalo da stappare nelle migliori occasioni. Per completare questa immagine di eleganza e raffinatezza, si è poi optato per la cassetta in legno dalle rifiniture preziose che rivelano l’attenzione ai dettagli che contraddistingue la Cantina. “Prezioso” è insomma la bottiglia di pregio per eccezione da bere con buoni intenditori e da accompagnare a cibi prelibati. A rendere ancora più unico questo vino è la sua esclusività, solo 3000 bottiglie, numerate, che lo rendono ancor più un vino d’eccellenza.

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pubblicato il 09/06/2014 18:21:39 nella sezione "Vini Italiani"
Alessandra Conforti

Dici Spumante e pensi Franciacorta, la terra che da origine alle migliori bollicine italiane conosciute in tutto il mondo. In questo angolo di paradiso dalle dolci colline, nasce la prestigiosa trilogia Divinity. Un marchio di grande eccellenza che racconta il Made in Italy più raffinato. Prodotte in serie limitata, o per meglio dire, limitatissima, i tre brand rappresentano il perfetto connubio tra esclusività e tradizione . Divinity Golden Vintage, Divinity Supreme Brut e Divinity Supreme Rosè sono quanto di meglio la Franciacorta possa offrire, prodotti nel rispetto della migliore tradizione vitivinicola, senza l’utilizzo di torchi industriali che garantiscono un vino di eccellente qualità. Da bere in ogni momento, dall’aperitivo alla portata principale, ottimi sia con piatti leggeri e freschi a base di pesce, sia con prodotti tipici regionali, salumi o piatti di carne. Qualunque sia l’accostamento che preferiate, i vini Divinity garantiranno alla vostra serata o al vostro evento, un prestigio particolare, quel tocco di eleganza e raffinatezza che solo certi vini possono dare.
Divinity Golden Vintage è il top della gamma, affinato in barriques e in bottiglia e con un perlage fine e persistente.
Divinity Supreme Brut ha una luminosità tutta particolare. Dal colore giallo con riflessi dorati, ha un perlage molto persistente e un gusto fresco ed elegante che culmina in un profumo intenso e fragrante.
Divinity Supreme Rosé è invece una miscela unica di Pinot Noir e Chardonnay con un bellissimo color salmone dai riflessi aranciati. Fresco e fruttato sarà sicuramente apprezzato dal pubblico femminile.

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pubblicato il 09/05/2014 10:22:00 nella sezione "Vini Italiani"
Il Barolo è uno dei più importanti vini italiani, ottenuto da uve Nebbiolo in purezza. Nasce nel cuore delle colline di Langa, a pochi chilometri a sud della città di Alba, nel territorio di 11 Comuni che si inseguono in un suggestivo itinerario di colline, cesellate dalla mano esperta dell’uomo e sorvegliate da imponenti castelli medioevali, fra cui proprio quello di Barolo, che ha dato il nome al vino oggi celebre in tutto il mondo.

Sono Comuni centrali della zona del Barolo anche La Morra, Monforte, Serralunga d’Alba (con il Castello militare che svetta tra le colline), Castiglio Falletto (la torre rotonda fa parte di un maniero ancora di proprietà privata), Novello, Grinzane Cavour. Verduno, Diano d’Alba, Cherasco e Roddi (con il castello in ristrutturazione) sono invece interessati solo con porzioni dei loro territori. Grazie alla caparbietà di Camillo Benso Conte di Cavour e di Giulia Colbert Falletti, ultima marchesa di Barolo, si cominciò a produrre, a metà dell’Ottocento, un vino eccezionalmente ricco e armonioso, destinato a diventare l’ambasciatore del Piemonte dei Savoia nelle corti di tutta Europa.

Assieme al Barbaresco ha percorso tutti i momenti di valorizzazione del XX secolo partendo dalla associazione “Pro-Barolo” fino alla fondazione del Consorzio poi l’ottenimento della Doc e della Docg fino all’avvio del Piano Controlli per la Certificazione richiesta dall’Unione Europea nel 2005. L’ultimo importante lavoro a favore del Barolo è stata la delimitazione e l’ufficializzazione nel Disciplinare delle Menzioni Geografiche Aggiuntive avvenuto nel 2009, così come per il Barbaresco era successo un paio d’anni prima.

Il principio è quello già enunciato e non comporta ancora una “lettura” del prestigio dei “Cru” (lasciata ad altri momenti) ma norma gli innumerevoli nomi di località utilizzati in etichetta. Con l’aiuto fondamentale dei Comuni il Consorzio ha superato le tante situazioni di incertezza e contenzioso mettendo una pietra miliare per eventuali future evoluzioni. A rendere importante il Barolo era ed è la sua struttura che esprime un bouquet complesso e avvolgente, in grado di svilupparsi nel tempo senza perdere le sue affascinanti caratteristiche organolettiche.

Dallo stretto legame fra le caratteristiche intrinseche del vino e i gusti nobiliari del XIX secolo è nato il detto “il re dei vini, il vino dei re”. Ha colore granato pieno e intenso, profumo al contempo fruttato e speziato; sia al naso, sia in bocca ricorda i piccoli frutti rossi, le ciliegie sotto spirito e la confettura, ma regala anche suggestioni di rosa e viola appassita, cannella e pepe, noce moscata, vaniglia e talvolta liquirizia, cacao, tabacco e cuoio.Deve invecchiare almeno tre anni, di cui uno e mezzo in legno di rovere, e solo dopo cinque può fregiarsi della “Riserva”.

Come per il Barbaresco ne troviamo di più tradizionali e altri più internazionali con diverso uso del legno piccolo. Attualmente le diversità tendono ad affievolirsi con produzioni che ruotano intorno ad un equilibrio sobrio. Le lievi differenze fanno comunque dei vini Barolo un concerto di voci di altissimo livello. Già piacevole dopo 4-6 anni arriva al culmine dopo 10 anni di invecchiamento e resta ottimo anche dopo 20 o più anni. Ovviamente dipende dall’annata che può essere perfetta ma anche sfortunata come il famoso 1977 in cui si decise di non produrre Barolo o il 2002 quando le piogge e le grandinate misero a dura prova l’esperienza degli enologi.

Per degustare il Barolo nella sua terra ci sono molte possibilità; la “Strada del Barolo” tocca diversi produttori ma ci sono anche le Botteghe Comunali di Serralunga, Diano d’Alba, Castiglion Falletto la Cantina Comunale di La Morra, l’Enoteca di Grinzane Cavour (da cui si gode un panorama centrale della zona) e l’Enoteca di Barolo dove sta decollando un Museo del Vino di grande valore. Altri punti, anche privati, si trovano in tutti i Comuni e va crescendo la disponibilità delle aziende ad accogliere i visitatori. Per questo è stato creato il servizio Piemonte On Wine di cui riferiamo nell’apposito capitolo delle Reti Locali.
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pubblicato il 02/05/2014 10:16:04 nella sezione "Vini Italiani"
Già in epoca romana le uve del vitigno Glera, coltivato inizialmente nella località Prosecco, sulle colline carsiche triestine, davano origine ad un vino di nome Puccino. Nel diciottesimo secolo, la coltivazione del Glera si è sviluppata in tutta la fascia collinare veneto-friulana come citato nel Roccolo “Di Monteberico questo perfetto Prosecco” e nella Collezione Ampelografica provinciale Trevigiana “fra le migliori uve bianche per la qualità aromatica adatte alla produzione di un vino dal fine profilo sensoriale”.
Da queste zone la produzione si è estesa espandendosi nei limitrofi territori pianeggianti del Veneto e del Friuli. Qui è nato, a inizio Novecento, grazie alle nuove tecnologie di spumantizzazione, il Prosecco che conosciamo oggi.
E’ stato proprio l’uomo con la sua capacità tecnica a rendere possibile la produzione di Prosecco Doc. Si cita, in un testo del 1937, “Prosecco messo in botte si vende all’inizio della primavera destinandolo alla bottiglia ove riesce spumante”.
La zona di produzione del Prosecco DOC si trova nell’area Nord orientale dell’Italia e più precisamente nei territori ricadenti in 5 province del Veneto (Treviso, Venezia, Vicenza, Padova, Belluno) e in 4 nel Friuli Venezia Giulia (Gorizia, Pordenone, Trieste e Udine), uno dei territori più belli della penisola italiana.

Quando la raccolta delle uve, la vinificazione e l’imbottigliamento avvengono completamente nelle province di Treviso e Trieste, si può usare le menzione speciale Treviso o Trieste a sottolineare il valore particolare che queste due province hanno ricoperto all’interno della storia del Prosecco.
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pubblicato il 23/12/2013 10:34:50 nella sezione "Vini Italiani"
a cura di Alessandra Conforti

Ci siamo occupati dei
bianchi per la Vigilia con la cena di pesce, oggi parliamo dei rossi per il pranzo a base di carne.
Iniziamo subito con un vino adatto ad un buon aperitivo o per accompagnare qualche antipasto con salumi e formaggi tipici, l'Alcamo Calabrese Doc, un vino dal bel rosso rubino che si presenta con un gusto intenso, un po' fruttato e con qualche nota di spezia. Per i vostri primi passiamo a un vino più corposo come ad esempio un buon Taurasi DOCG Feudo Apiano. Un vino ideale da abbinare con sughi complessi a base di carne, dal colore rosso granato, dal gusto rotondo e corposo ma con tannini delicati che offrono quell'armonia unica, arricchita da un bouquet ricco che spazia dalla liquiriia ai frutti rossi, dal tè alle spezie. Dal sud al centro come potremmo non consigliarvi alcuni tra i vini più buoni della Toscana, scegliete voi come tutto pasto nella numerosa gamma di Brunello di Montalcino, Rosso di Montepulciano, Chianti o, se preferite qualcosa di meno pubblicizzato, i vini della bellissima Val d'Orcia!
Infine facciamo una capatina al Nord Italia per consigliarvi l'ultimo vino del giorno, il Loam Cabernet della cantina Traminun vino pieno, dal colore rosso rubino brillante ideale per tutto il vostro pranzo di Natale! E per i dolci? puntate su passiti e moscati!
Questi solo alcuni consigli ma, per non sbagliare, affidatevi ai vini tradizionali e tipici delle vostra terra e non sarete mai delusi perché in Italia il vino è sempre buono e prodotto con vera passione!

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pubblicato il 21/12/2013 10:13:59 nella sezione "Vini Italiani"
a cura di Alessandra Conforti

I preparativi per le festività sono in fermento e la tavola, dopo i regali, è sicuramente ciò che più ci preoccupa. Una volta scelto il menù dobbiamo scegliere il giusto vino da abbinare ai nostri piatti, ecco qualche consiglio per la Vigilia. Iniziamo dal Nord Italia con un buon Terlano Pinot Bianco Vorberg 2011. In questa zona del Trentino Alto Adige la cultura enoica è davvero molto sviluppata e questo vino, dal bel colore giallo con riflessi verdi, e con un intenso bouquet fruttato con note di mela, pera e camomilla,è davvero un ottimo vino. Ha un corpo pieno e rotondo alla bocca, ideale per antipasti e primi piatti a base di pesce. Sempre per gli antipasti, ma anche come vino da tutto pasto,
Emozione Brut della Villa Franciacorta. Dal colore giallo paglierino offre eleganti note floreali di frutta fresca e crosta di pane rappresenta il vino ideale da tutto pasto. Per i secondi piatti invece vi consigliamo un buon Verdicchio dei Castelli di Jesi. Un vino secco e caldo, sapido ma non troppo, fresco , morbido e ben equilibrato. Per gli amanti dello Chardonnay, consigliamo anche il Campagnolo Bianco della Tenuta Ambrosini, un vino dal colore giallo paglierino che ben si abbina a ogni vostro piatto a abase di pesce. Per finire in allegria con tante bollicine, scegliete un Extra Dry Doc Treviso della'Azienda Agricola San Gregorio, direttamente dal Valdobbiadene per allietare la vostra serata!
E non dimenticate di gustare a pieno le vostre feste!!!
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pubblicato il 20/12/2013 15:17:33 nella sezione "Vini Italiani"
a cura di Alessandra Conforti

Abbiamo recentemente assaggiato un vino che merita sicuramente la vostra attenzione: il Campordigno Montescudaio dei Marchesi Ginori Lisci.
Si presenta di un bel rosso rubino con un piacevole sentore di frutti rossi. Al gusto rivela tutte le sue sfumature fruttate dalla ciliegia al ribes fino alla vaniglia che lo rende piacevole al palato e dal gusto morbido.
Sicuramente da abbinare con primi piatti grintosi e ricchi ma anche con salumi e formaggi ben stagionati.

La Cantina
Alla fine degli anni ottanta il Castello Ginori e l'annessa tenuta diventa proprietà dei figli di Leonardo Ginori Lisci: Maria Teresa, Paola, Francesca e Lionardo Lorenzo, il quale prende le redini della fattoria e poco dopo chiama ad affiancarlo il nipote Luigi Malenchini, neo-laureato in agraria. Il Marchese Lionardo Lorenzo dà un nuovo impulso alla gestione aziendale orientandosi verso nuovi ordinamenti colturali e verso una sempre più moderna ed efficiente meccanizzazione agricola. Nel 1997 vengono espiantati vari appezzamenti di vigneto sparsi per i poderi della fattoria e, nel 1998, dopo attente valutazioni pedo-climatiche vengono individuati e preparati i tereni per l'impianto dei nuovi vigneti. La proprietà sceglie di impiantare vitigni autoctoni come il Sangiovese e vitigni come il Merlot ed il Cabernet Sauvignon che nelle zone limitrofe si sono espressi in modo eccezionale dando vini di altissimo livello. Nell'inverno 1999 inizia la messa a dimora dei vigneti, affidata al giovane direttore aziendale Massimo Piccini nato al Castello Ginori di Querceto e quindi profondo conoscitore dei terreni della fattoria. Con l'avvicinarsi dell'entrata in produzione dei vigneti, si decide di abbandonare la vecchia cantina e di dotarsi di una più moderna unità produttiva; vengono, quindi, individuati in spazi all'interno del Castello che garantiscano allo stesso tempo funzionalità e calda atmosfera alla futura cantina. Dal 2007 l'azienda si avvale della consulenza di Stefano Chioccioli, enologo di fama internazionale, che viene affiancato dall'enologo aziendale Ken Lenzi il quale proviene da esperienze in importanti aziende italiane ed estere.
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pubblicato il 13/12/2013 10:52:00 nella sezione "Vini Italiani"
a cura di Alessandra Conforti

Dopo aver assaggiato il loro
Chardonnay , oggi vi presentiamo il Pinot Nero del 2012 prodotto dalla Cantina Tramin. Un vino fresco e fruttato che ha saputo stupirci. Le particolarità del terreno e del clima e microclima in cui queste uve vengono coltivate, donano infatti a questi vini sapori inconfondibilmente unici. Lo abbiamo degustato da prima da solo, a stomaco vuoto per assaporare al meglio le sue proprietà. Il Pinot Nero Tramin si presenta con un colore rosse rubino con sfumature che danno sul granato, al primo esame olfattivo si percepiscono chiare note di frutti di bosco; dal sapore tannico ma ben bilanciato si presenta come un vino armonico e gustoso, fresco eppure adatto ad accompagnare sapori forti e piatti a base di carne e cacciagione. Infatti abbiamo terminato di gustarlo abbinato a una grigliata di carne (cacciagione appunto) alla brace. Un vino da gustare in compagnia, adatto alle serate fra amici, ideale anche come aperitivo, magari accompagnato da salumi e formaggi ben stagionati o piccanti. La bottiglia particolarmente elegante e con il suo tappo in vetro si presta anche, visto il periodo, come regalo di Natale.
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pubblicato il 11/12/2013 10:09:03 nella sezione "Vini Italiani"
A cura di Cassandra Lessim

Oggi vi presentiamo un buon vino rosato della cantina La Valentina, prodotto in Abruzzo. Dal caratteristico colore cerasuolo, il vino si presenta come dolce e armonico con sentori dapprima delicati di petalo di rosa, con un finale fruttato con sentori di ciliegia, melograno e fragoline di bosco. Ve lo consigliamo come aperitivo ma è ottimo come vino da tutto pasto che può accompagnare bene carne e pesce soprattutto se piatti ben strutturati. La Valentina nasce nel 1990, nel comune di Spoltore, sulle colline
vicino Pescara. Dopo i primi anni di studio sul vigneto di Santa Teresa, la passione per la ricerca della qualità e la voglia di valorizzare le Doc abruzzesi hanno preso il sopravvento diventando l’obiettivo principale della cantina. Le vigne di trovano dislocate in varie zone del pescarese: circa 7 ettari sono alle spalle della cantina, dove recentemente sono stati impiantati anche 2 ettari di Pecorino; gli altri vigneti si trovano a Scafa, su terreni siccitosi a medio impasto, sulle colline che si affacciano sulle gole di Popoli. La cantina ha sempre imposto come sua filosofia produttiva l’idea di intervenire il meno possibile nei processi della natura, permettendo alla vite di esprimersi sempre al meglio, garantendo il mantenimento della fertilità della terra e aiutando le piante a crescere sane e in modo naturale. Nel 2008 è stata ultimata la nuova cantina sulla rivisitazione di quella più antica. Se può interessarvi visitate il loro sito potrete scoprire anche gustose ricette da abbinare ai loro prodotti.

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pubblicato il 09/12/2013 10:17:41 nella sezione "Vini Italiani"
pubblicato il 05/12/2013 10:21:15 nella sezione "Vini Italiani"
pubblicato il 02/12/2013 10:41:31 nella sezione "Vini Italiani"
pubblicato il 22/11/2013 17:09:01 nella sezione "Vini Italiani"
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